Perchè Casanova era un grande seduttore? E perchè Voltaire, anche se bruttino, piaceva alle donne? La risposta è nel cervello, capace di attivare meccanismi di riflessi e rimandi e strategie di comunicazione. Insomma anche la seduzione ha una spiegazione scientifica, come dice a Capital il se**uologo Maurizio Bossi/ Marianna di Tommaso
LE RISPOSTE DEGLI ESPERTI
Il professor Maurizio Bossi e Marianna Di Tommaso conducono Doctor 2 +, l’appuntamento televisivo dedicato ai temi della coppia, dei sentimenti, della se**ualità , della psicologia del comportamento. Uno degli aspetti più significativi del programma è legato alle domande degli ascoltatori, punto di partenza per trattare gli argomenti più importanti e di maggior attualità riguardo la se**ualità. Per inviare domande o per partecipazioni alla trasmissione in studio, scrivere a dctor2@class.it oppure telefonare (lasciando un messaggio) allo 02 58219948 o inviare un sms al numero 348 7100036.
DOCTOR2+ in onda giovedì 22.30,venerdì 23.30, sabato 01.00, sul canale 27 del Digitale terrestre.
Perchè Casanova era un grande seduttore? E perchè Voltaire, anche se bruttino, era amato dalle donne? Avevano la capacità di entrare in sintonia con l’altra persona. Di farla specchiare in loro stessi, di farla sentire unica. In un gioco di riflessi e rimandi. E perchè guardando una partita di calcio in televisione gli uomini urlano, esultano come fossero loro stessi a giocare. Mentre le donne davanti a un film drammatico si commuovono , diventano malinconiche e poi gioiscono se alla fine il protagonista riesce a tornare tra le braccia dell’amata. Perchè negli esseri umani c’è un meccanismo che consente di entrare in maniera molto profonda nelle sensazioni altrui. E’ il motivo per cui se gli uomini guardano un film h**d, di norma si e**itano e, il più delle volte, a questo stato mentale segue anche una risposta fisica . Se osserviamo qualcuno agire , si attivano nel nostro cervello gli stessi neuroni di quando noi compiamo la medesima azione. Per questo possiamo comprendere con facilità quelle degli altri e di conseguenza provare le stesse emozioni , proprio come se agissimo in prima persona . Gli scienziati hanno una spiegazione per questa particolare abilità umana. Esiste un set di cellule cerebrali, che si trova su entrambi i lati della testa , chiamati neuroni a specchio. Questa tipologia di neuroni è stata rilevata per la prima volta verso la metà degli anni 90 da Giacomo Rizzolatti e dalla sua èquipe, nel dipartimento di neuroscienze dell’ Università di Parma.
Un aneddoto, suggeritoci dal professor Maurizio Bossi(se**uologo), ci aiuta a capire meglio.”Due uomini entrano in un negozio di scarpe. All’interno , una commessa è chinata , di spalle, intenta a provare un paio di calzature a una giovane signora in gonna, con spacco, seduta su una poltroncina rossa. Il primo uomo ferma il suo sguardo sul lato B della commessa, ben evidenziato dalla postura. Il secondo, con rapido movimento degli occhi, osserva il piede nudo della cliente, poi la gamba e, infine, concentra la sua attenzione, per più di un mezzo secondo, sul volto della donna. Quest’ultima , a sua volta, ammiccando, accenna un sorriso”. Che cosa è successo nei cervelli dei due maschi? “ Nel primo i centri nervosi visivi sono stati inondati di stimoli elettrici provenienti dalla visione delle rorondità simmetriche dei glutei femminili. I restanti neuroni, per qualche istante, sono stati reclutati e anche il turbamento connesso alla recente discesa dei titoli borsistici, che tanto aveva inquetato quell’uomo, si è vaporizzato per qualche minuto nella sua mente”, dice Bossi. “Nel secondo maschio, congiuntamente alla visione, si sono attivate delle cellule, i neuroni specchio, che gli hanno fatto quasi toccare il piede della cliente. Il gesto della commessa è stato riconosciuto come fosse un proprio gesto, già attuato in passato. Lui si è proiettato su quel movimento per poi soffermarsi sulle labbra sorridenti. Forse si è anche creata fra i due una condizione empatica”. Niente paura però, perchè la capacità empatica e quindi seduttiva degli esseri umani è si condizionata da fattori biologici ma può anche migliorare con i dovuti esercizi. “Possiamo educare noi stessi a cogliere i messaggi non verbali anche guardando un film. Soffermiamoci con il fermo immagine del Dvd sulle espressioni degli attori e delle attrici. Guardiamo ora solo gli occhi, poi solo la bocca dei protagonisti.Ritorniamo ai fotogrammi precedenti.Facciamolo un po’ di volte. Togliamo il sonoro del film e cerchiamo di capire dai volti le emozioni. Non sono certo che si aumentino i nostri neuroni specchio, ma certamente si sensibilizza la nostra capacità percettiva e comunicativa”, continua Bossi. “ L’altro/a vuole essere ascoltato mentre, nel silenzio, il suo corpo parla. Lei vuole essere coccolata (sedotta) anche così!” Secondo il professor Bossi l’utilizzo di materiale a luci ro**e potrebbe essere una spezia importante per arricchire la fantasia e portare a un beneficio della coppia. La cinematerapia ha approfondito lo studio di come sia possibile che in presenza di scene che coinvolgono in maniera globale i neuroni specchio, questi si attivino come se fossimo noi stessi a vivere quelle scene. E spiega il grande successo delle immagini er***che:dagli encausti pompeiani alla filmografia di internet. Immagini pensate da maschi e realizzate per lo più da maschi , perchè il senso prevalente degli uomini è il visivo. L’uomo guarda e spesso non vede, la donna vuole udire e sentire con il tatto , l’olfatto. La se**uologia registra fenomeni del comportamento umano e ha sempre una posizione avalutativa. La p****grafia può aiutare (ma non sostituisce mai) l’ e**tismo della coppia. Può essere una spezia da aggiungere , certo.
Torniamo infine al nostro negozio di scarpe. “I maschietti sono poi usciti. Erano sorridenti. Le strategie comunicative sono state diverse ma entrambi avevano sul proprio cellulare i numeri delle cortesi interlocutrici da poco conosciute. Probabilmente ha rispecchiato entrambi con la persona giusta al momento giusto. Semplicemente con modi diversi.
Articolo tratto dalla rivista “ Capital”.
Per saperne di più:
1) So quel che senti. Neuroni specchio, arte ed empatia di Lucia Pizzo Russo (2009), Edizioni ETS
2) So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio di Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigalia (2006), Raffaello Cortina Editore.